Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 2, Classici italiani, 1824, XI.djvu/466

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I o66 LIBRO protonotario. Il co Mazzucchelli lo riconduce a Pavia nel 1547 Ma dall’elenco degli Atti di quella università si raccoglie ch’ei vi era sulla fine del 1546, poichè s’accenna un decreto fatto a’ 29 di ottobre del detto anno: de die indiata pi o initio studii, et de D. Andrea Al• ciato Senatore et Le gente, qui primo profiteatur. Non avrebbe probabilmente l'Alciati fatto ivi soggiorno più lungo del suo costume; ma la morte che lo sorprese in età ancor vigorosa a’ 12 di gennaio del 1550, non gli permise di cercare più altra stanza. Vuolsi che la morte gli fosse cagionata dal soverchio mangiare, giacchè troppo avido del cibo, non meno che del denaro, erasi egli sempre mostrato. E fu veramente gran danno che in un uomo di tanto sapere si vedessero parecchi difetti che ne oscuravano alquanto la fama, e singolarmente l’incostanza, la vanità e l’ingordigia dell’oro. Vili. Noi nondimeno gli perdonerem volentieri questi ed altri difetti per gratitudine a’ segnalati vantaggi ch’ei recò alla giurisprudenza ed alle altre scienze. I giureconsulti in addietro non erano stati comunemente che semplici giureconsulti; e l innumerabile moltitudine delle leggi, e quella ancora più sterminata degl interpreti gli opprimeva per modo, che non era quasi possibile che potessero rivolgere altrove il pensiero. Quindi niuno avea ancora ardito di valersi della storia, della critica, dell'antichità, delle lingue e di altri generi di letteratura per rischiarare le leggi, le quali perciò giacevansi in quella oscurità e in quella barbarie in cui l’ignoranza di tanti secoli precedenti le