Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 2, Classici italiani, 1824, XI.djvu/467

Da Wikisource.

SECONDO I067 avea involte. L’Alciati adunque fu il primo che stendendo i suoi studii quasi ad ogni ramo della seria e della piacevole letteratura, di essa si valse per dare alla giurisprudenza un aspetto del tutto nuovo, togliendola dall ingombro delle scolastiche sottigliezze, e illustrandola co’lumi di una vasta ed universale erudizione. Lo studio delle lingue greca e latina, delle antiche iscrizioni, de’ classici autori, della storia greca e romana, gli fece conoscer profondamente lo spirito delle leggi, gli additò i gravi errori in cui gl’interpreti erano finallora caduti, gli scoprì la saviezza e la maestà della romana giurisprudenza 5 ed ei mostrò in qual modo lo studio di essa, che prima era considerato come proprio soltanto d’uomini laboriosi e d’ingegni, dirò così, pedanteschi, potesse ancor occupare lo spirito penetrante di un profondo filosofo. Non mancaron però all’ Alciati contradittori e nemici, e alcuni giunsero a parlarne come di un miserabile gramaticuzzo. Ma questa è stata sempre la sorte di tutti coloro che hanno aperto nelle scienze un nuovo sentiero, e han mostrato ch era fallace la via finallora battuta. Maggior nondimeno che quel de' biasimatori e nimici fu il numero de’ lodatori e ammiratori dell Alciati, che il rimirarono come il ristoratore e il ravvivatore della giurisprudenza. Molti degli elogi a lui fatti si riferiscono o si accennano dal co. Mazzucchelli. Io darò invece una breve idea delle opere ch’ei ci ha lasciate, delle quali e delle loro edizioni si trovano più distinte notizie presso il suddetto scrittore, che annovera quelle ancora che sono inedite. La maggior