Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 2, Classici italiani, 1824, XI.djvu/472

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IO72 LIBRO rammenta a questo luogo dal Panciroli (c. 177) perchè per alcuni anni ei l'u professore di leggi in Bologna sua patria. Ma di lui abbiamo già altrove parlato più a lungo. Di Fabio Accoramboni da Gubbio fratello di Felice da noi nominato tra filosofi, di cui fa menzione il medesimo Panciroli (c. 178), mi basterà rimetter chi legge all esatte notizie che ce ne dà il co Mazzucchelli (Scritt. ital. t 1, par. 1 p. 78, ec.): e mi basterà pure accennare semplimente i nomi di Pietro Calefatti pisano e di Gianfrancesco Vegri pavese professori amendue in Pisa (c. 179). X. Di più distinta menzione è degno Aimone Cravetta, a cui pochi furono uguali nel grido di famosi giureconsulti (c. 180). Era egli nato in Savigliano nel 1504 da Giovanni celebre legale esso pure e da Giovannina Benci, e formatosi alla giurisprudenza in Torino sotto Giannantonio Rossi e Gianfrancesco Corti, si avanzò in essa sì felicemente e sì presto, che prima di ricevere la laurea incominciò ivi a tenerne pubblica scuola. Onorato poscia in età di 23 anni del titolo di dottore, fu inviato giusdicente a Cuneo; ed indi sostenne l impiego di avvocato in Torino. Dopo aver presa a sua moglie Franca figlia di Gianfrancesco Porporati dotto g’iureconsullo e presidente del senato fra lo strepito delle guerre che ardevano nel Piemonte, fu astretto a starsene due anni chiuso in una fortezza, senza aver libri co quali occuparsi. Uscitone finalmente nel 1538, ritirossi a Grenoble, ove per sette anni fu professore di legge, e nel medesimo tempo