Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 2, Classici italiani, 1824, XI.djvu/505

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SECONDO I 105 Padova per sottrarsi al pericolo di essere arrestato per sospetto di religione; ed è probabile che contro di lui si volesse formar processo pel libro da lui composto e stampato in Basilea fin dal 1550, in cui descrivea la morte di un cotal Francesco Spiera seguita in Padova nel 1548, che da Protestanti spacci a vasi morto nella più orribile disperazione per aver abiurata la lor dottrina. Così mi sembra che si combini verisimilmente il trovarsi ancora il Gribaldi in Padova nel 1553 colla pubblicazione del detto libro seguita fin da tre anni innanzi, il che è assai più facile a credersi, che non ciò che si narra dal P. Niceron (Mém, des Homm. ill. t. 41, p. 235), che il fa andare a Ginevra nel 1553, e avervi le vicende di cui or diremo, e indi tornare a Padova, e salir di nuovo sulla sua cattedra. Fuggito dunque il Gribaldi, andò errando per qualche tempo; quindi nel 1555, come narra il Beza nella Vita di Calvino, da alcuni altri Italiani, che gli erano stati scolari in Padova, fu condotto innanzi allo stesso Calvino; ma perchè questi avea motivo di sospettare ch’ei fosse favorevole agli errori del Serveto, volle dapprima che facesse la professione di fede intorno alla Trinità, e alla Divinità di Cristo, e schermendosi il Gribaldi dal farla, qualche tempo appresso ebbe ordine di partire; ed egli temendo una sorte simile a quella dell infelice Serveto, andossene altrove. Ricevuto in Tubinga per opera del Vergerio, che ivi allor ritrovavasi, vi ebbe una cattedra di giurisprudenza. Ma poco tempo vi si trattenne; e passò a Berna, nelle vicinanze della qual città Tiuaboschi, Voi. XI. 3a