Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 2, Classici italiani, 1824, XI.djvu/506

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1 106 LIBRO comperò la terra di Farges per farvi stabil soggiorno. Ma ivi ancora citato innanzi a magistrati pe’ suoi errori contro la Trinità, fu costretto a ritrattarsi (Gerdes. Specim. Ital. reform. p. 276). Poco sincera però fu creduta questa ritrattazione; ed egli costretto di là ancora a partire, morì poi fra non molto, cioè nel settembre del 15(5 4, come pruova il Bayle (Dict art. Gribaldi). Il che dimostra la falsità del racconto del Salomoni (Inscript. Gymn. patav.), cioè che il Gribaldi passasse a Lione, e di là nel 1570 scrivesse una lettera agli Inquisitori di Padova, nella quale ritrattava pienamente i suoi errori, e che morisse nel seno della cattolica Chiesa. Oltre i distici mentovati poc’anzi, ne’ quali fa elogio di’ più celebri giureconsulti, e oltre la lettera sulla morte dello Spiera, se ne hanno alle stampe parecchie opere legali, di cui si può vedere il catalogo presso il p, Niceron. Ed anche tra’ Protestanti ei fu avuto in molta stima pel suo saper nelle leggi, di che è pruova il passo di Celio Secondo Curione riferito dal Gerdesio (l. c. p. 277, ec.): Quis enim Matthaeum Gribaldum non agnoscit? Virum imprimis nobilem et clarum, deinde etiam juris civìlìs scienti a et professione celeberrimum. Illius gravitatem, constantiam, fidem, prudentiam agnovit Germania, sensi t. Gallia, ex ¡ieri tur Italia. Nec vero siletur admirabilis quaedam, et incredibilis in legibus interpretandis, et ex aequitate explicandis, peritia. Neque enim magis Juris consultus est quam justitiae. Itaque quae proficitscuntur a legibus, et jure civili, semperadfacilitatcm aequitatemque referre solet.