Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 2, Classici italiani, 1824, XI.djvu/511

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SECONDO 1111 c la traduzione in versi latini de' primi due canti della Gerusalemme del Tasso, pe quali con lui congratulossi con una sua lettera il P. d Angelo Grillo (Lett. t. 1, p. 420, ed. 1 en. 1608). Sullo stesso poema egli scrisse in lingua italiana alcune annotazioni che furono stampate in Leyden nel 1586. Se ne hanno ancora alcune orazioni, e un comento sulP EÌ)istola di S Paolo a Filemone. Per ultimo dopo le Lettere sopraccitate di Marquardo Gudio, molte se ne leggono da diversi dotti tedeschi a lui scritte, e una fra le altre d Isacco Casaubono, in cui gli manda la sua opera sulla Satira, e una del Tuano, con cui accompagna il secondo tomo della Storia, e amendue esaltano il saper di Scipione sì nelle leggi che nella poesia (p. 161, ec., 338, ec.); e due lettere del Gentili, una allo stesso Tuano, l altra a Dionigi Gottofredo (p. 375, ec.). Tutte le opere di Scipione sono state di fresco ristampate in Napoli in otto tomi in quarto. XXIII. Un altro giureconsulto italiano imitò nell errore i tre or mentovati, ma più di essi felice alfin si ravvide, e tornò al grembo della cattolica Chiesa. Ei fu Giulio Pacio vicentino, c soprannomato de Beriga da un borgo di quella città, in cui nacque. Oltre gli storici dell università di Padova, di lui hanno scritto ampiamente il P. Niceron (Mém. des Homm. ill. t. 39, p. 270, ec.), il Bruckero (Hist. crit. Philos. t. 4, p. 218, ec.) e il Chaufepiè (Dict. crit, art. Pacius). Da Paolo Pacio e da Lucrezia Angiolella ei nacque nel 1550, e fu fratello del medico Fabio da noi mentovato a suo luogo.