Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 2, Classici italiani, 1824, XI.djvu/513

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SECONDO I I 1 3 clic quella voce si adopera ivi dal Pacio a spiegare il Palatinato, ossia la città di Heidelberga, son troppo evidenti per doverne qui disputare. Da questa città passò nel 1595 a Sedan. ove il duca di Bouillon avea eretta una nuova accademia, in cui volle che il Pacio fosse professore di logica. Le guerre ne ’1 lecer presto partire e tornato perciò a Ginevra, fu indi a poco chiamato a Nimes ad essere principale, come dicono, in quel collegio. Da Nimes si trasferì a Montpellier, ov ebbe una cattedra di Diritto civile. Ivi ebbe la sorte di avere a suo scolaro il celebre Peirescio, il quale ammirando il raro talento del suo maestro, godeva di conferir sovente con esso non solo intorno alle leggi, ma anche intorno alla fisica, di cui si dilettavan molto amendue. Il Peirescio, che amavalo sommamente, cominciò a tentare ogni mezzo per ricondurlo al seno della cattolica Chiesa j e a tal fine gli fece esibire una cattedra in Aix collo stipendio di 2400 lire; ma il Pacio la ricusò sotto pretesto di non essere pago di una tal somma, ma realmente perchè sua moglie non sapeasi indurre a fissar la dimora in una città cattolica. De’ maneggi del Peirescio per la conversione del Pacio abbiamo molte notizie nelle Lettere d Uomini illustri che fiorirono nel principio del secolo XVII,, stampate in Venezia nel 1744 le quali ci daran lume a parlare degli ultimi anni della vita del Pacio più esattamente, che non siasi fatto da’ mentovati scrittori, i quali non le han vedute. Fin dal 1608 davasi ormai per conchiuso il ritorno del Pacio alla Chiesa; Ricevei