Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 2, Classici italiani, 1824, XI.djvu/515

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SECONDO JIi5 motivo di tal rifiuto era stata la ferma sua risoluzione di palesarsi tale, quale egli è in effetto, cioè cattolico (ivi. p(261). Nel 1616 vi fu qualche trattato di condurlo a Padova, o a Pisa; ma non essendo stato conchiuso, ei passò da Montpellier a Valenza nel Delfinato ad occupare la cattedra del famoso Cujacio collo stipendio di mille scudi d’oro, oltre i particolari emolumenti dell’università, che ascendevano a tre o quattrocento scudi, e altri dugento scudi pel trasporto della famiglia (ivi, p. 270). Nel 1618 non si era ancora dichiarato cattolico, e il Peirescio continuava ad usare ogni sforzo con lettere per determinarlo, e sperava che la perdita di due figli fatta di fresco potesse piegarlo (ivi, p. 299). Al principio del 1619 si rinnovò più caldamente il trattato di condurlo a Padova ma la maggiore difficoltà nasceva dal frutto ch’egli traeva dalla sua lettura in Valenza, ch era in tutto di circa 1500 scudi somma a cui non potea sperarsi ch'egli avesse l’uguale in Padova (p. 306). Frattanto il Pacio si dichiarò apertamente cattolico (a), e il Peirescio a’ 9 di luglio dello stesso anno ne scrisse con gran piacere la nuova al Gualdo (<7) 11 sig. Senebier ha mos^o qualche dubbio sul ritorno del Poeto alla fede cattolica (Hist. li ter. de Gerì r ir, t. 2, p. f>4). Ma i documenti qui prodotti, e da lui o non veduti o dissimulali, e il testamento dello stesso Pacio, pubblicato dal P. Angiolgabriello da Santa Mnria nc’ suoi Scrittori vicentini ((. 5, p. i55; ec.), ove copiose notizie ci ha date di questo scrittore, pnmvauo troppo chiaramente ch’egli tornò ad esser cattolico, e cattolico moii.