Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 2, Classici italiani, 1824, XI.djvu/516

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I I IG LIBRO (p. 309), e circa il medesimo tempo egli onorato dal Senato veneto delle divise di S. Marco in premio della dotta opera da lui pubblicata sul dominio del Mare Adriatico, deliberò di accettar la cattedra padovana (p. 3io), benché 10 stipendio non fosse che di 1200 ducati da sette lire (Facciol. Fasti, pars 3, p. 136). Alla nuova della risoluzione presa dal Pacio, sì grande fu il dolore de’ cittadini di Valenza, che per ritenerlo deputarono al re e al Parlamento; e il re oltre la provvisione onoraria di consigliere nel parlamento di Grenoble, gli assegnò un’annua pensione di 600 scudi d’oro (Lettec. p. 314)- Ma ciò non ostante ei volle attener la parola data alla Repubblica, e circa l’aprile dell’an 1620 fu in Padova, ove Jacopo di lui figliuolo abbracciò egli ancora la fede cattolica, ed ebbevi la lettura dell'Autentica (ivi p. 316). Ma l’amore della famiglia da lui lasciata in Valenza gli rendette presto spiacevole il soggiorno di Padova. Chiese perciò dopo un anno il congedo, e ad averlo agevolmente dalla Repubblica giovò non poco il vedere che il metodo da lui tenuto nell’insegnare non era molto gradito agli scolari, che il trovavan diverso dall’usato in addietro. Tornossene dunque a Valenza, e vi era già arrivato nell’ottobre del 1621 (ivi, p. 471)• Vi fu ricevuto con grandissimo applauso, e ivi continuò ad insegnare fino alla morte, cioè fino al 1635. Le opere del Pacio, delle quali, oltre gli altri scrittori, ci dà un lungo catalogo diviso in 29 articoli il P. Niceron, son quasi tutte di genere o legale, o filosofico, poichè in amendue le