Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 2, Classici italiani, 1824, XI.djvu/52

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65 2 1 LIBRO testimonianza, il quale, se nellarte della Logica avessi fatto profitto veruno, mi potrei gloriare di haver havuto tanto maestro in quella professione, mentre in compagnia del nobile et honorato mio sig. A luigi Boschetto pubblicamente et privatamente l udivo. L’ altro filosofo modenese che dal Panini a questo congiungesi, è Benedetto Manzuoli, il quale, dice, per la sua rara dottrina non solo nelle cose di Filosofia, ma et nelle lettere humane ha meritato di esser chiamato dall’ Illustriss Cardinale d Este, il quale non men caro l ha di quello che siano i meriti di sì dotto giovane, del quale ancora non men nato alle attioni, che alle speculationi, si serve in trattar cose d importanza, et gli confida i suoi più profondi segreti. E in Ferrara di fatto conobbelo Torquato Tasso, il quale con breve ma magnifico elogio ne lasciò scritto: Il sig. Benedetto Manzuolo, il quale possiede tutte le lingue e tutte le scienze (Il Segret. par. 1). Egli fu poi vescovo di Reggio, e a lui dedicò Francesco Patrizii il IV tomo delle sue Discussioni peripatetiche, lodandone molto l’ingegno e lo studio, e rammentando il tempo in cui aveano insieme studiato in Padova; e a lui abbiam parimente una lettera di Giulio Castellani, in cui gli chiede il suo sentimento su alcune quistioni filosofiche (Epist. l.3, p. 83). E questo scrittor medesimo rammenta altrove (De Hum. intellectu, l. 2, c. 12) il tempo in cui insiem col Manzuoli studiava in Ferrara sotto Vincenzo Mag gi, c solevano insieme accogliersi nella casa di Orazio Maleguzzi a disputar di cose erudite.