Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 2, Classici italiani, 1824, XI.djvu/535

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SECONDO 1135 anno c mezzo fece quel viaggio in cui altri ne impiegano molti. Applicossi poscia alle leggi prima in Torino alla scuola di Giovanni Manuzio e di Guido Panciroli, indi in Padova a quella del Cefalo, del Deciano e del Menochio. Tornato a Torino, vi ricevette la laurea dal Panciroli medesimo, il quale confessa che non poteva a meno di non istupire, udendolo disputare talvolta improvvisamente su’ più difficili punti della giurisprudenza. Gli fu conferita una cattedra di Diritto canonico in quella università, e benchè fatto poscia protonotario apostolico e ar«* cidiacouo della metropolitana, continuò ad insegnare. Quando il suo arcivescovo Girolamo della Rovere fu innalzato all’onor della porpora, il Germonio con lui trasferissi a Roma, e si meritò la stima del pontef Sisto V e degli altri che gli succederono. Clemente VIII fra gli altri lo aggiunse alla congregazione già formata da Sisto V per la compilazione del VII libro delle Decretali, in cui doveano inserirsi i decreti del concilio di Trento, e aggiugnervi le spiegazioni opportune. E già l’opera era compita, anzi già secondo alcuni stampata (Botici neri praef. ad vol. 2 jur. canon, p. 32), quando il riflettere che Pio IV avea vietato che ih uno ardisse d'interpretare i decreti di quel concilio, e il timore che decsi differire di due anni la nascita di Anastasio, e che in guell'età ancora giovanile era già arciprete nella sua patria. Alle opere poi del Germonio deesi aggiugnere non sol questo poemetto, ina anche l’altro opuscolo Pomeridianac Sessiones da lui stampato nel i5So, c di cui si è lungamente parlato in questo Giornal modenese (f. 39, p. 193, ec.). »