Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 2, Classici italiani, 1824, XI.djvu/543

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SECONDO I 143 XXXII. Due altri soli canonisti ommessi dal Panciroli, e vissuti l’uno al principio, l’altro alla fine di questo secolo, accenneremo per ultimo, come per saggio di altri che potremmo indicare, se volessimo andar in traccia d ogni più piccola cosa. Il primo è Mattia Ugoni bresciano, dottore in amendue le leggi, e vescovo di Famagosta, di cui si hanno due opere assai pregiate, una De Eminentia patriarcali, l’altra De Conciliis, detta ancora S/no dia Ugoni a. Una medaglia di questo scrittore vedesi nel Museo mazzucchelliano (t 1: p. 168, ove di esso si danno alcune altre notizie. Il secondo è Giampaolo Lancellotti perugino, di cui mi stupisco che il Panciroli non abbia fatta menzione, perciocchè e fu professore in Perugia, e pubblicò l’opera di cui ora diremo, mentre il detto scrittore vivea. Il Cardinal Gianfrancesco Gambara in una lettera al Lancellotto, scritta nel 1563, che va innanzi alle Istituzioni del Diritto canonico, dice che questi fin da 16 anni prima teneva scuola di quella scienza in Perugia, e ch’ egli stesso l’avea avuto ivi a maestro, e che fin d’allora stava apparecchiando quell’ opera, e credeasi che dovesse pubblicarla tra poco. Par dunque certo che fin da’ tempi di Paolo III avesse intrapreso il Lancellotti quest’opera spontaneamente, e che poscia la continuasse per ordine di Paolo IV. Le Istituzioni del Diritto civile, nelle quali contiensi un sommario ristretto di tutta quella vastissima scienza, fecer conoscere che anche al Diritto canonico conveniva aggiugnere un’opera somigliante: e al Lancellotti ne fu dal detto pontef Paolo IV