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656 LIBRO dell1 armi di Francia. Unitosi dunque con Federigo suo fratello. e aiutato da Ercole I duca di Ferrara e dal suddetto Trivulzi, nel 1502 costrinse colle armi Gianfrancesco ad uscire dalla Mirandola (•GuicciardSlor. cTItal. I. 5). Il co. Lodovico fu ucciso in guerra nel 1509 (ivi. l. 8); ma Francesca insiem co’ suoi figli si tenne ferma in quel luogo fino al i5i i, quando il bellicoso Giulio II, stretta personalmente d’assedio la Mirandola, ed entratovi per la breccia, ne restituì il dominio al co. Gianfrancesco (iVi, l. 9). Ma poco tempo ei lo tenne j che l'anno stesso vi rientrò co’ suoi Francesi il Trivulzi, e Gianfrancesco di nuovo fu costretto ad uscirne (ivi 7 l. 10). La decadenza dell’armi francesi in Italia gli fece riavere due anni appresso il due volte perduto dominio, e per mezzo del vescovo di Curck ministro di Cesare si stabilì un amichevole accomodamento tra’ due contrarii partiti. La pace tra essi però non fu di lunga durata, e alcune lettere di Leon X del 1516, che si han tra quelle del Bembo, ci mostrano che ed egli e la vedova contessa Francesca eran ricorsi al pontefice lamentandosi amendue che la parte contraria non istesse ai patti già stabiliti, e che Leone si adoperò per riunirli in concordia (Bembi Epist Leonis X nom. l. 11, cp. 3o, 3i, 3a, 33). Ma troppo erano innaspriti gli animi per poterne sperare una durevole tranquillità, e gli uomini saggi temevano ad ogni momento un esito troppo funesto di tai dissensioni j e vedremo tra poco che Gi glio Gregorio Giraldi parve che prevedesse la morte di Gianfrancesco; se pur egli non