Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 2, Classici italiani, 1824, XI.djvu/61

Da Wikisource.

SFXOJTDO (561 crit Phil. t 4 j P■ 60). Ma se Gianfrancesco non fu sì erudito e sì profondo come Giovanni, usò in vece più saggiamente del suo ingegno, nè andò perduto dietro alla cabala e alle sciocchezze rabbiniche, come per qualche tempo avea fatto Giovanni (a). XIII. Più follemente perduto dietro alla cabala andò Francesco Giorgio dell’Ordine de’ Minori osservanti, nato di nobil famiglia in Venezia nel 1460, e detto al battesimo Dardi, il qual nome, rendendosi religioso circa il 1480, cambiò in quel di Francesco. Della vita da lui condotta, delle cariche nella sua religion sostenute, della stima a cui giunse pel suo sapere, tratta a lungo il P. degli Agostini (Scritt. venez. t. 2, p. 332, ec.), il quale ancora dimostra che’ ei non dee incolparsi di error volontario, per aver sostenuta prima della decision pontificia la ragionevolezza del divorzio di Arrigo VIII, e colla testimonianza dell’iscrizion sepolcrale pruova ch’ei morì in Asolo nei 1540. Egli ne annovera ancora le varie opere, e mostra che il Giorgio era assai intendente d’architettura. Tra le dette opere due principalmente destarono gran rumore, e come fecer conoscere (a) Nella librerìa Capilupi, che conservasi in Mantova, trovasi un coJice che contiene alcune poesie di Gianfrancesco. e tra esse alcune inedite, come parecchi inni non mai stampati, ma un poemetto elegiaco di 200 versi, che ha per titolo Miramlulanar Insulae suae detcriptio. Il eh. sig. abate Andres ha preso a darci il catalogo di quella biblioteca, eh’ io desidero di veder pubblicalo, in cui di questo codice ancora ci darà pi il distinte uolizie.