Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 2, Classici italiani, 1824, XI.djvu/62

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662 LIBRO l’acuto ingegno e la vasta erudizion dell’autore, così dieder motivo a bramare ch’ ei n’ avesse fatto uso migliore. La prima è quella intitolata De Harmonia mundi totius Cantica tria, stampata la prima volta in Venezia nell’an 1525, e poscia più altre volte e anche in diverse lingue tradotta. In essa egli usa ogni sforzo per conciliare insieme la sacra Scrittura, Platone e i Cabalisti) dal qual miscuglio quale strano composto si venisse a formare, ognun può immaginarlo. Chi nondimeno bramasse di leggere le capricciose opinioni del Giorgio, e non avesse coraggio a divorarne l opera tutta, può vederne l estratto che ce ne ha dato il Bruckero (l. c. p. 374)• L’Opera fu poi registrata nelfIndice de’ libri proibiti, e molti autori citati dal P. degli Agostini han preso a confutare gli errori in essa contenuti. Fin da quando ella uscì alla luce, molti la disapprovarono palesemente. Del Padre Frate Francesco Giorgio, scrive il Bembo in una sua lettera a Federigo Fregoso arcivescovo di Salerno de’ 3o deccmbre i535 (Op. t. 3, p. 42)? di crii ragionate col Sig. Abate nelle vostre lettere, buoni dì sono, ch' io quel giudizio ho fatto, che veggo ora farsi da voi; e stimo quella sua Cabala, della quale ha meco tenzonato lungamente esser cosa molto sospetta e pericolosa. Se verrete qui, ve ne potrete chiarire agevolmente, et io allora mi rimetterò in tutto al vostro giudizio. Pare che il Giorgio scrivesse una’ apologia della sua opera; perciocchè d Gregorio Cortese, poi cardinale scrivendo a’ 5 d’aprile del 1537 da Gubbio al Contarini, fra gli altri ragionamenti