Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 2, Classici italiani, 1824, XI.djvu/80

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68o LIBRO a mostrare col loro esempio fin dove possan giunger le forze non men che l’abuso dello spirito umano. Il Cardano scrisse egli medesimo la sua Vita insieme col catalogo delle sue opere e convien confessare che non vi è forse mai stato scrittore che abbia dissimulati meno i suoi proprii difetti. E veramente non si vide mai uomo più strano di lui, e in cui si vedessero con capricciosa unione intrecciati ingegno acutissimo e fantasia sconcertata e travolta, animo coraggioso ed ardito e puerile superstizione, disprezzo delle ricchezze e insofferenza della povertà, pietà e irreligione, vizii in somma e virtù in gran numero, e che sembrano non potere insieme accordarsi. Il Bruckero si duole a ragione (l. c. t 5, p. 63) che niuno ne abbia scritta esattamente la Vita; giacchè (quella dello stesso Cardano non è distesa secondo l’ordine cronologico, ma va scorrendo per varii capi le sue vicende, le sue virtù, i suoi onori, ec. A me non è lecito nell’ ampiezza di questo argomento lo stendermi a far minute ricerche, e ne dirò sol quanto basta a fare in qualche modo conoscere questo rarissimo uomo, raccogliendo dalla Vita medesima e da altre opere di esso le più importanti notizie. Fu egli milanese di patria, ma nacque in Pavia non nel 1508, come dopo altri afferma ancor l’Argelati (Bibl. Script. medioL t. 1, pars 2, p. 308), non avvertendo all’errore corso nella Vita del Cardano, ma nel 1501 a’ 24 di settembre, come in due altri passi delle sue opere dice egli stesso (l. De Exemplis Geniturar. n. '19; l. 12 Geniturar. n. 8). Ebbe a padre