Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 2, Classici italiani, 1824, XI.djvu/88

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688 • Linno insegna (l. c. p. 82, ec.). Ma, a dir vero, non si vede in esso un sistema seguito e uniforme ma sol vi si scorge un ingegno avido di cose nuove, che si allontana dalle vie ordinarie, e non vuol altra guida che la sua immaginazione. I tre principii universali, secondo lui, sono la materia, la forma e l’anima; tre soli elementi ei vuole riconoscere, l’acqua, la terra e l’aria: al fuoco ei non vuol accordar quest’ onore. I fiumi nascon dall’aria che cambiasi in acqua; al che molto giovano le pioggie e le nevi; la luna, e molto più le altre stelle, oltre la luce che ricevon dal sole, hanno ancora la loro propria 3 le comete son globi illuminati dal sole; le piante hanno non solo i sensi, ma gli affetti ancora, e si amano e odiano a vicenda una sola è l’anima di tutti gli uomini, ed essa è comune anche alle bestie, ma in quegli penetra addentro, e riempiendogli di se stessa produce gli atti umani j di queste cinge solo e circonda il corpo, talchè rimangono di tanto inferiori ai’ primi. Questi e più altri sentimenti nuovi, ed alcuni ancor troppo arditi, si posson leggere più ampiamente distesi nelle due opere sopraccenate: ed essi ci fan vedere che del Cardano ancor si può dire ciò che dal Telesio si è detto, che deesi bensì a lui molta lode per avere spezzate quelle catene che tenean gli uomini stretti sotto il giogo dell’antichità, ma che ei non fu ugualmente felice nel formare un nuovo sistema. Lo stile di questo autore è conforme all’indole di esso, cioè incostante e vario; or colto e leggiadro, or barbaro e rozzo; spesso egli esce fuor di sentiero