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Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 3, Classici italiani, 1824, XII.djvu/10

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1162 libro

e quella singolarmente aggiunta di fresco da M. Drovet all’ultima edizione del Metodo per istudiare la Storia di M. Lenglet, ci offrono a più centinaia gli scrittori italiani che in questo secolo si esercitarono in tale argomento. E i nomi di un Guicciardini, di un Bembo, di un Sigonio, di un Maffei, di un Bonfadio, di un Giovio, di un Varchi, di un Borghini, di un Paruta e di più altri, sono sì celebri ne’ fasti della letteratura, ch’essi soli fanno conoscere quanto questo studio tra noi fiorisse. Noi dunque ci sforzeremo di dare una tale idea dell’ardore e dell’entusiasmo con cui gl’italiani si accinsero ai’illustrare la storia, che nulla si scemi di quella lode che perciò loro è dovuta, e non si oltrepassino insieme i confini di una ragionevole brevità. Ma prima di parlar degli storici, deesi dire di quelli che colle loro opere servirono ae’essi di guida, per isfuggire gli errori e per giugnere allo scoprimento del vero.


Scrittori di cronologia e di geografia antica. II. La notizia de’ tempi e la notizia de’ luoghi è un doppio ramo di erudizione sì necessario alla storia, che senza esso ella non può riuscire nè esatta, nè veritiera. Poco nell’una e nell’altra erano istruiti gli storici de’ secoli precedenti, e perciò nelle lor narrazioni si vede spesso disordine e confusione. Affinchè dunque la storia camminasse con piè sicuro, conveniva che la cronologia e la geografia fosse più conosciuta che non era stata in addietro. Ma per riguardo alla cronologia, ci convien confessare che solo alla fine di questo secolo cominciò ella ad uscir dalle tenebre, e che il primo a formare in certo modo una scienza, cioè