Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 3, Classici italiani, 1824, XII.djvu/142

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i294 unno inde ortus est utrinque amor, qui ne umquam deficeret, alereturque potius, et ad summum produceretur, ille suae virtutis, ego rneae meri tis in illuni observantiae praestitimus. Anche tra le Lettere italiane del Manuzio ne abbiamo una al Ferrari nel 1555, in cui il consola per la perdita della moglie poc’ anzi mortagli (Lettere, p. 11). Il Poggiano ancora molte lettere scrive al Ferrari, dalle quali si scuopre in quanta stima ei lo tenesse (Pogian. Epist. t. 4, p 109), 153, 270, 328, 356). Il P. Lagomarsini nelle sue note a queste Lettere, quattro ne ha pubblicate dal Ferrari scritte in risposta al Poggiano, tratte da un codice della biblioteca Barberina (ib. p. 116, 163 276, 335)) nella terza delle quali, scritta da Milano nel 1567, parla dello studio che fatto avea della medicina: Non ego Philosophiam tantum excolui: etiam Medie ina e seicntiam amavi; in qua quid profecerim, tacilus pmete ri ho: dicam iliud, me nondum poenitere vigilarum. Medici tamen opus, quod unum ut faecundius nemo non consectatur, quia male oderam, longe refugi: itaque nec me ipsum, nec ex domesticis alium quemquam, si quando iis morbus incidit, domi curo: foris vero ne accersitus quidem et invitatus mercede viso aegrotos. Il Padre Lagomarsini a questa occasione (ib. p. 109) confuta l'errore dell’Argelati che afferma che (Girolamo Ferrari autore delle Emendazionii delle Filippiche di Cicerone, fu figliuol di Ottaviano. E a vero dire, se questi era nato nel 1508 (anzi più probabilmente nel 1518, come crede lo stesso