Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 3, Classici italiani, 1824, XII.djvu/169

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TERZO l3si e jn Padova, fa nel i5o5 in eia di soli ventitré anni condotto a leggere l’Istituta in Firenze. Ma egli inclinato più naturalmente al maneggio degli affari, cbe al dolce ozio delle scienze, lasciò dopo pochi anni la cattedra, e fu inviato dalla Repubblica fiorentina nel i5ia ambasciadore a Ferdinando re d’Aragona. Tornalo in patria, fu destinato a ricevere nel i5i8 il pontefice Leon X in Cortona j e questi conoscitore e rimuneratore degli uomini di raro talento, fattolo avvocato concistoriale, mandollo a governare in suo nome Modena (*) c n’ re e a’ letterati della sua età, le spiegazioni di alcuni marmi antichi, tre libri sull’umana società, e più cose tradotte dal greco, e finalmente alcune poesie e molte lettere di Paolo il giovane nipote dello storico. Ed è a bramare che il suddetto coltissimo cavaliere si determini a pubblicar quella parte di tali opere che può interessar maggiormente la curiosità degli eruditi. » 11 suddetto sig. conte Giovio, dopo la pubblicazione di questa Storia, ha dato in luce l’Elogio di Paolo, che si può leggere nella Raccolta di Elogi italiani, e ne’ tomi XXVI, xxvii di questo Giornale di Modena. In esso si troveranno più minute notizie intorno alla vita di questo illustre scrittore, e degno d’esser letto è singolarmente ciò che appartiene al museo da lui formato, e l'ingegnosa Apologia ch’egli ha fatto di Paolo riguardo all’accusa appostagli di avere una penna prezzolata e venale. Ei ne ragiona ancora nella sua operetta sugl Illustri Comaschi ». t*) Del governo di Modena per due volte tenuto dal Guicciardini si parla diversamente nelle diverse Cronache ch’io ho avuto sott’ occhio. In quella di un certo M. Tedesco a’ 16 di marzo del 1524 si dice: Dopo parecchi anni di lodevoli mimo governo se ne partì M Franciesco Guicciardini con universale dispiacimento. Tiraboschi, Voi XII.