Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 3, Classici italiani, 1824, XII.djvu/198

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i35o libro gloriosa. In fatti il Bruto troppo apertamente dichiarossi loro nemico, e un continuo studio di oscurarne la fama e d interpretarne in reo senso le azioni, è l unica, ma non leggera taccia di questa storia. Fin dalla prefazione egli scuopre liberamente il suo animo coll inveire con gran forza contro il Giovio, il quale per adulare i Medici avea depressi e oltraggiati i nobili fiorentini loro nemici. Quest' odio del Bruto contro de Medici, che non poteva essere in lui, uomo straniero, effetto di amore per la libertà della patria, si dovette probabilmente, come osserva l’ eruditissimo Foscarini (Letterat venez, p. 297), al conversare ch’ egli fece in Lione con molti esuli fiorentini, che ivi erano rifugiati, e in lui trasfusero l odio che contro gli autori del loro esilio si nudrivano in seno. Oltre la Storia di Firenze, più altre opere storiche egli scrisse, cioè un trattatello elegante De origine Venetiarum, un’opera De Instauratione Italiae, che non si è mai veduta, e una Storia d Ungheria in otto libri divisa, che si conserva nell imperial biblioteca di Vienna. Ne abbiamo ancora alcune orazioni, e cinque libri di Lettere latine, a cui vanno aggiunti due trattati, l uno della maniera di studiare la storia, l altro de’ precetti coniugali. Le opere di più altri scrittori ancora o furon dal Bruto pubblicate la prima volta, o con osservazioni e con comenti illustrate 5 delle quali cose avendo minutamente parlato il conte Mazzucchelli, a lui io rimando chi ne voglia distinta contezza. Aggiugnerò solamente che intorno alla raccolta di Lettere latine d’uomini