Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 3, Classici italiani, 1824, XII.djvu/205

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/ TERZO i35^ delle Famiglie nobili fiorentine; ed egli dice che nel solo anno 1592 avea a tal fine svolte ed esaminate più di seimila scritture. In due parti l’avea egli divisa; ma la prima sola fu pubblicata più anni dopo la morte dell’Ammirato. Una somigliante fatica intraprese egli pure coll’illustrare le famiglie napoletane, per cui afferma di aver vedute più di cinquantamila scritture. La prima parte fu data in luce nel 1580, e solo nel 1661 videsi la seconda, inferior di valore alla prima, forse perchè ei non ebbe agio a finirlo. Queste opere genealogiche dell’Ammirato sono in grande stima presto gli eruditi, e ci mostrano uno scrittore che cerca, quanto più può, di appoggiarsi all’autorità di autentici monumenti; cosa tanto più pregevole allora, quanto più scarsa era la cognizione che aveasi della diplomatica. Le famiglie Paladina e Antoglietta, e quella de’ conti Guidi da lui ebbero anch esse separatamente la loro Storia. Grande è poi il numero delle altre opere dell' Ammirato, sì di quelle che sono stampate a parte, fra le quali assai stimati sono i Discorsi su Tacito; sì di quelle che sono unite nei" tre tomi de’ suoi Opuscoli, e sono altre storiche, altre poetiche, altre morali, oltre molte orazioni e diversi trattati di varie materie, de quali si può vedere l’esatto catalogo presso il conte. Mazzucchelli, che parla ancor delle inedite, e accenna gli elogi di cui sono state onorate esse non meno che il loro autore, il quale deesi a buon diritto riporre tra’ più dotti e’ più saggi scrittori che avesse in questo secol l’Italia.