![]() |
Questa pagina è ancora da trascrivere o è incompleta. | ![]() |
TERZO I 3GI
gli diede lo stesso Politi, scrivendogli che non
si fidasse di certi autori che gli erano stati
esibiti, come ottimi monumenti per la Storia
antica di Siena che stava scrivendo: lo assicura
di averli inutilmente cercati in tutte le librerie di
Roma *, e perciò crede che questa sia una di
quelle invenzioni di quel Medico (cioè di Alfonso Ceccherelli, di cui diremo più sotto), che
seppe, guadagnarsi la forca con questi ritrovamenti di scritture e d autorità a proposito de
suoi disegni. E siegue recandogli più argomenti
a provare che gli autori offertigli, e singolarmente un certo Gabinio Leto, son cose apocrife (l. c. p. 140). Lo stesso Politi in un’altra lettera al cavalier Scipione Bargagli piange
la morte'del Tommasi, dicendo che la patria
ha perduto un uomo di valore pieno di Lettere e di qualità non ordinarie, e noi un amico
honorevole, e, s io non m inganno, minor di
età di pochi anni; e aggiugne spiacergli ancor
più ch’ei sia morto, mentr era per venire a
Roma, affin di consultarlo intorno alla sua Storia (ivi, p. 257). La lettera non ha data, ma
non può essere posteriore al 1624, in cui fu
fatta l’edizione delle Lettere del Politi. Riguardo
alle altre città e castella della Toscana, La
Narrazione e il Disegno della Terra di Prato
di Giovanni Miniati, la Cronichetta del Monte
S. Savino di Agostino Fortunio monaco C&malintitolato La Ventura delV Accademia de’ Travagliati,
e vi si leggono poesie italiane «li Alessandro Borghesi,
di Ottavio Saracino, di Cammillo Gliigi, di Léonard«)
Gluni, e di altri.