Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 3, Classici italiani, 1824, XII.djvu/220

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\Zl2 LIBRO figliuoli di lui la pubblicarono nel 1605. Ella si stende dal 1513 al 1551 con tre altri libri ag. giuntivi della Guerra di Cipri dal 1570 al 1572. Anch’ egli cominciò a scriverla in lingua latina, prefiggendosi d’imitare singolarmente Sallustio; e dicesi che quattro libri n’avesse già scritti. Certo il primo fu esibito dal Paruta al Consiglio de’ Dieci, ed esso conservasi manoscritto in S. Giorgio Maggiore; ma cambiò poscia disegno, e si diè a scrivere in lingua italiana (ivi) p. 256). In questa, prima di scriver la Storia, avea già egli dati in luce i tre libri della perfezione della Vita politica, e scrisse poi anche i due libri de’ Discorsi politici, ne quali l’ autore con somma modestia esamina il corso delle sua vita; che furon poi pubblicati nel 1599 da’figliuoli di esso, opere amendue stimatissime pei’ lumi e per le riflessioni di vera e saggia politica, non mai disgiunta da’ principii di Religione, di cui son piene, e in cui degli antichi e de’ recenti governi discorre con finissimo intendimento. Ne abbiamo ancora una bella orazion funebre da lui detta in lode dei’ morti nella famose battaglia delle Curzolari nel 1571, e stampata in Venezia l’ anno seguente. LIII. Oltre queste Storie dalla pubblica autorità approvate, altre n ebbe Venezia, e alcune di esse degne di aversi in gran pregio. Accenniam prima alcune Cronache, nelle quali veggonsi i fatti semplicemente e successivamente narrati. Di quella di Marino Sanudo il giovane si è già detto altrove (t. 2, par. 2, p. 651). Un’ altra ne abbiamo dal Muratori data alla