Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 3, Classici italiani, 1824, XII.djvu/275

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TERZO * Ì a7 tova di Stefano Gionta, le Vite di D. Ferrante Gonzaga scritte da Alfonso l lloa e da Giuliano Gosellini, del quale diremo altrove, appai tengono a questo luogo; ma basti l averle accennate. Nel Catalogo degli Storici aggiunto alla nuova edizione del Metodo per la Storia di M. Lenglet, fatta in Parigi nel 1772, si nomina ancora una Vita di Guglielmo Gonzaga, scritta da Lodovico Arrivabene, e stampata nel 1588 (t. 11, p. 564). Il conte Mazzucchelli che ne annovera altre opere (Scritt ital. t. 1, par. 2, p. 1138), di questa non fa parola. Qui possiamo aggiugnere ancora uno scrittore che tra que' delle cose di Mantova. e ancora tra quei' delle cose di Milano, di Venezia e di Ferrara, può aver luogo, cioè Gabriello Simeoni, uomo per alterigia più che per sapere famoso, e che nondimeno non dee essere dimenticato nella Storia della Letteratura, che ugualmente propone gli esempii che debbonsi o imitare o fuggire. Gli scrittori della Storia letteraria di Firenze ce ne danno assai superficiali notizie; e Gianburcardo Menckenio, che ne ha scritta stesamente la Vita (Diss. li (ter. Lipsiac 1734, diss. 23), ha ignorate moltissime cose, e in molte si è di gran lunga ingannato. Migliori e più esatte son le notizie che ce ne ha date il sig. Domenico Maria Manni (Veglie piacev. t. 1, p. 80, ec.); e noi da tutti verremo scegliendo le cose più degne di riflessione, altre ancora aggiugnendone, ove ci venga fatto, da essi ommesse. LXIV. In quasi tutte le sue opere ei si dice fiorentino di patria, e nel pomposo elogio