Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 3, Classici italiani, 1824, XII.djvu/424

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l576 LIBRO li in osine da lui profuse, per cui ottenne il glorioso nome di padre de’ poveri e di rifugio degl’ infelici, parla il dottissimo P. Sarti (De Epist. Eugub. p. 216). Abbiam molte lettere in quegli anni a lui scritte dal Bembo (Lettere, t 1, l. 5; Op. t. 3, p. 39, ec.), le quali ci mostrano quanto stretta amicizia continuasse a esser tra loro, e come il Fregoso inviasse al Bembo diversi presenti, e quello singolarmente di alcune medaglie che a lui furon carissime. Le virtù e; i meriti del Fregoso erano troppo luminosi, perchè potessero essere dimenticati da un pontefice di cui non v’ ebbe forse il più saggio nel conferire ad uomini illustri l onor della porpora. A 19 di dicembre del 1539 Paolo III, che avea in addietro impiegato il Fregoso nella congregazione per la riforma della Chiesa, di cui altrove abbiamo parlato a lungo, il dichiarò cardinale; e il Bembo dandogliene la nuova con sua lettera de 20 di dicembre, Jeri, gli scrive (ivi, p. 34), N. S. creò V. S. Cardinale, con 10 altri, ma primo di ciascuno, con tanto favore primieramente di S. S. e poi di tutto il Collegio, e con tante laudi vostre, che io stimo, che già molti e molti anni non ne sia stato nominato alcuno sì onoratamente, e con tanta soddisfazione universi amplissimi Ordinis. Siegue indi il Bembo pregandolo a non ricusare, come temevasi, e come infatti bramò il Fregoso, la profertagli dignità; e in altra lettera degli 1 1 di gennaio dell’ anno seguente gli significa il desiderio che il papa avea di vederlo in Roma pel tempo della Quaresima, dopo il quale gli avrebbe