Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 3, Classici italiani, 1824, XII.djvu/427

Da Wikisource.

TERZO ^7^ divenne poi sì famosa -, e dalla prefazione che le va innanzi, si trae che sol dopo il 1515 prese il Bomberg sotto la direzione di Felice a studiar quella lingua, come osserva il ch. signor dott Giambernardo Derossi (De hebr. Typograph. Orig. p. 78). Alcuni Rabbini si sollevarono contro di questa edizion della Bibbia, cercando di screditarla nè è a stupirne, perchè dovette loro spiacere di vedere scoperti e confutati gli errori di cui essi aveano imbrattati co’ lor comenti quei sacri libri. Felice passò poscia a Roma, ov ebbe l’incarico di predicare agli Ebrei, e fu anche dalla sua Religione inviato l’an 1522 in Ispagna al pontefice Adriano VI, e morì finalmente in età di circa cento anni nel 1558. Di altre versioni o di tutta la Bibblia, o di parte della medesima, e de’ dotti Italiani che ne furono autori, come di Agostino Steuco, d’Isidoro Clario, di Sisto da Siena, di Pietro Quirini, di Antonio Agellio, e di più altri, si è detto altrove e si è ancor mentovata quella di Sante Pagnini, della quale abbiam veduto quanto diversi sieno i giudizii degli eruditi. Ma di questo scrittore dobbiam qui ragionare di nuovo, perchè oltre quella versione, ei ci diede e un ampio Lessico e una diffusa Gramatica di quella lingua, il primo in Lione nell an’1529, la seconda ivi nel 1526. E di amendue si son poscia fatte altre edizioni. Egli era lucchese di patria, nato circa il *47°j e ìn di sedici anni entrato nell'Ordine de’ Predicatori. Visse lungamente in Lione, ove anche finì di vivere nel 1541 a 24 di agosto: e in quale stima egli vi fosse, quanto