Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 3, Classici italiani, 1824, XII.djvu/44

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IIC>6 LIBRO intera Geografia scritta con diligenza uguale a quella che reggiamo nell*Africa, poche opere potrebbonsi ad essa paragonare. Perciocché mi-,! nula ed esatta, quanto si poteva a quei’ tempi, è la descrizione ch’egli ne fa ed ei si mostra uomo di vastissima ei udizione e profondamente l versato nella lettura di tutti i buoni scrittori; 1 Le tavole ad essa aggiunte, come nella stessa prefazione si avverte, furono opera di Giulio di lui fratello, che di sua mano le incise a c insiem coll’ opera di esso vennero a luce | nel 1588 in Venezia. Tra i lavori fatti per man di Livio, uno dovea essere quel planisferio ce- J leste clic si accenna dal P. degli Agostini (Scritt. m veri. t. 2, p. 610), e di cui ei dice che parla Girolamo Diedo nella sua Anatomia celeste opera da me non veduta. Ei dilettossi ancora della poesia italiana, e oltre alcune rime che se ne hanno nel Tempio di Donna Giovanna di Aragona, e un epitalamio stampato in Ve-* nezia nel 1548, ne abbiamo ancora la tradu-i zione in versi sciolti del Ratto ili Prosei pina di Claudiano, ivi stampata nel 1551 e nel 1553,1 del merito della quale io non posso decidere non avendola avuta sott’occhio. X. Tutti questi scrittori col rischiarare la geografia non poco lume aggiunsero ancora alla storia. Ma a ben conoscerne quella parte che riguarda gli antichi tempi, necessario era inoltre penetrar dentro alla folta caligine in cui per l’ignoranza de’ secoli trapassati erano involti i riti, i costumi, le leggi, i monumenti dell’età! più rimote, senza la scorta de’ quali non era possibile l’intender gli storici e 1’ accertare la