Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 3, Classici italiani, 1824, XII.djvu/470

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IÌÌ22 LIBRO Maestro Bernardino Danato Bonturello pur Veronese molto dotto uomo in Greco e in l(U tino, qual fu mio Maestro a Carpi (Scritt. it t. 2, par. 2, p. 1238), ove forse si dee intendere il luogo di questo nome nel Veronese. Fu egli uno de’ più celebri traduttori di questo secolo, e pregevole è principalmente la vur_ sione latina della Dimostrazione Evangelica di Eusebio, da lui fatta per ordine di Giammatteo Giberti suo vescovo, e più volte data alla luce, benchè, come osserva il marchese Maffei, nelle più recenti edizioni d’Oltramonti siasi ommesso il nome del traduttore italiano. Ne abbiamo ancora le traduzioni latine di alcune opere di Galeno, di Senofonte, di Aristotele; ed avea ancora volgarizzato Vitruvio, il qual lavoro però non fu pubblicato. Ei fu innoltre il primo editore del Comento greco di S. Giovanni Grisostomo sulle Lettere di S. Paolo, del testo greco di Ecumenio, del Comento di Areta sopra l Apocalisse, de’ libri di S. Giovanni Damasceno della retta Fede; delle quali edizioni ragiona il sopraccitato marchese Maffei, il quale accenna ancora qualche altra fatica del Donato, e soggiugne le notizie d’altri Veronesi di questi tempi studiosi del greco, come di Giambattista Gabbia, di Matteo dal Bue, o Bovio, di Girolamo Bagolino, di Domenico Monteloro, di Girolamo Li orsi, di Pier Francesco Zino e del conte Lodovico Nogarola, uomo in tutte le scienze dottissimo; e accenna le molte traduzioni di greci scrittori da essi fatte, e altre opere da lor composte; fra le quali debbono avvertirsi le Tavole delle