Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 3, Classici italiani, 1824, XII.djvu/471

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r terzo jG::3 Istituzioni grammaticali della lingua greca, pubblicate dal Zini a uso del Seminario di Verona. XXI. In Milano, al principio di questo secolo, fioriva felicemente la greca letteratura, j introdottavi principalmente da Costantino La-, scari e da Demetrio Calcondila, de’ quali si è detto nel precedente volume. Fra quelli che più la promossero, deesi annoverare Stefano Negri, nato in Casalmaggiore nella diocesi di Cremona. Ei fu lungamente professore di belle lettere in Milano; e bramò poscia di esser destinato alla cattedra di lingua greca, e ne fece istanza non solo egli, ma per lui molti de’ più ragguardevoli cittadini a Gianfrancesco Marliani senatore e uomo di grande autorità; ma quegli che a quella cattedra avrebbe voluto Basilio Calcondila figliuol di Demetrio, che allor trovavasi in Roma, si oppose dapprima al Negri (Niger. praef. ad Muson. Collect. de Princ. opt.); il qual però ottenne dappoi ciò che bramava; e ne son pruova le orazioni da lui recitate innanzi alla spiegazione di Omero e di Pindaro, che abbiamo alle stampe. Il Negri era stato già scolaro di Demetrio, di cui egli parla con molta lode nel suo Dialogo, in cui introduce tre fratelli, Giovanni, Girolamo e Lodovico Botti, encomiati dal Negri, che pur era stato loro maestro, come giovani amantissimi dello studio e di tutti gli uomini dotti, a ragionare insiem con Demetrio sulle cose più notabili nella Grecia, delle quali tratta Pausania. Le altre opere del Negri, che sono per lo più traduzioni di varii opuscoli di Musonio, di Filostrato, di Plutarco, d’Isocrate e d’altri scrittori