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Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 3, Classici italiani, 1824, XII.djvu/474

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jfvj(j li uno bora notti* < irci ter seconda, (tdoL'scens optimus et litteratissimus, ac summae earspectatioiiis sicariorum insidiis oppressus, ac miserabili ter cocsns (/Ita Boni. Amas. p. 155). Ma più bel monumento ancora de;' rari talenti del Faustini è Torazion dairAmaseo medesimo detta in lode di esso e di Teodoro Garisendi bolognese morto esso pure in et;i immatura circa quel tempo, nel quale egli sfoga il dolore che per la morte di questi due suoi scolari amatissimi avea provato, e mostra quanto gran cose si potesser da essi sperare (Boni. A mas. Oratìon. p. a 21). Di Romolo, come abbiam detto, ci riserbiamo a parlare altrove. Ma questo è il luogo opportuno a dir di Pompilio di lui figliuolo. Di esso ha parlato il conte. Mazzucchelli (Scritt. it. t. 1, par. 1, p. 578); ma alcune più esatte notizie possiamo trarne dalla Vita di Romolo, data non ha molto alla luce dal soprallodato abate Scarselli Egli era nato in Bologna, come si pruova da monumenti in quella Vita prodotti (l. c. p. 105, ec.), da Romolo e da Violante Guastavillani di lui moglie. In certe Memorie della sua famiglia da lui stesso distese (lib. p. 167) egli narra di essere stato in sua gioventù segretario de cardinali Paolo Emilio Cesis e Francesco Quignoni. Nel 1543, a’ 29 di agosto, essendo in Bologna vacante la cattedra di lingua greca per la partenza di Ciriaco Strozzi r fu destinato ad essa Pompilio coll’annuo stipendio di 100 lire (ib. p. 116), il quale nel 1572 fu accresciuto fino a 850, ad istanza principalmente del Cardinal Filippo Guastavillani nipote di Gregorio XIII e cugino di Pompilio (ib. p. 121).