Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 3, Classici italiani, 1824, XII.djvu/485

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TERZO 163*7 (Poggiati. Epist. t. 2, p. 98, 100). Ma in ,un’ altra scritta a Francesco Davanzati a 21 di dicembre del detto anno: Aldobrandinus noster, dice (ib. p. i8.{)» (iestatcm egit in t e/enti solitudine. Nunc ubi terrarum sit, ignoro. De quo quidem vehementer doleo, illud ingenium, illam virtutem et humanitatem in haec tempora incidisse. Nostri puto caetera. Tuas ad eum literas dedi Petro ejus fratri. A che cosa alluda qui il Poggiano, e quali fossero le vicende a cui fu soggetto Tommaso, noi l ignoriamo, se pure ei non fu avvolto nella rovina de’ Carafi, che avvenne in quell’anno stesso. Un’ altra lettera del Poggiano a Tommaso de’ 26 aprile del 1561, ci mostra che questi era allora tranquillo in Padova, e che sperava che fosse presto per tornarsene a Roma (ib. p. 264)} ed egli vi tornò in fatti, c fanno i568, morto il Poggiano,.fu dal S. Pontefice Pio V nominato segretario de’ Brevi (Bonamici de Cl. Pontif. Epist. Script. p. 91, 254, ed. 1770) (a). Non sappiamo quando ei morisse, e solo dalle testimonianze addotte dal conte. Mazzucchelli raccogliesi ch' ei fu rapito in età ancor fresca, e prima di poter dare l’ ultima mano alla sua versione delle Vite de’ (a) Quattro tomi di Lettere, o di Brevi, scritte dall'Aldobrandini in nome del papa, conservami nell’archivio V aticano da’ 17 di gennaio del 1 ‘"»67 lino a' 10 d'aprile 1 (Marini (Irgli Archiatri pontìf. I. 2, p. 3i3). Quindi dee dirsi che circa due anni prima della morte del Poggiano, e non dopo essa, come io ho scritto, ci fosse eletto a segretario pontificio.