Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 3, Classici italiani, 1824, XII.djvu/501

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tf.iuo i(>53 K fu veramente il Molza uno de’ più leggiadri ingegni che nella prima parte di questo secolo avesse l’Italia. Nato in Modena a’ 18 di giugno del 1489 secondo il Vedriani (Dott. moden, p. 1 15) j da Lodovico di Niccolò della Molza e da Bartolommea de Forni, famiglie amendue nobilissime di questa città, fin da’ primi suoi anni diè a conoscere il raro talento di cui era fornito e l’instancabile suo amor per lo studio neirnjiprender che.fece con non leggiera fatica non sol le lingue latina e greca, ma ancor l'ebraica. Quali fossero le speranze che di sè dava il giovane Molza, e come esse alquanto venissero ritardate dalla soverchia inclinazione a piaceri, elegantemente descrivesi dal Giraldi nel primo de’ suoi Dialoghi su’ Poeti dei’ suoi tempi, che si suppone tenuto in Roma, ove il Molza allor si trovava: Franciscum Mariam Molciam Mutinensem, dic egli (De Poet. suor, temp. dial. 1), et M. Antonium Flaminium adolescentes adeo bonarum li te ramni studio inflammatos video, ut assidue ambo vel libros evolvant, vcl ali quid ipsi componant De utroque magna concipere possumus; nec solum là luirnanitatis Jloscidos le glint, sed ulterius studia sua proferunt. Franciscus enim post vernacula, in quibus suae jam eruditionis certa documenta dedit, Latina (Graecis et Hebraeis conjungit, et, licet nimio plus mulierum amoribus insanire videatur, inter rarissima tamen ingenia comi urne randus. L’abate Serassi ci ha data la storia degli amori del Molza, a quali egli cominciò ad abbandonarsi in Roma, ove il padre verso il 1505 avealo inviato, c donile poi