Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 3, Classici italiani, 1824, XII.djvu/500

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t65u unno avendo preso a riprendere e a screditare le opere del Bembo, ch’era allora In somma venerazione in Padova, i dotti di questa città e di più altre, e di Venezia singolarmente con tal furore si scatenarono contro il Broccardo, ch’ egli veggendosi deriso e svillaneggiato da tutti, ne infermò per dolore, e venne a morte; e l'Aretino vantossi di esserne egli stato il principale stromento. Di ciò veggasi il suddetto conte Mazzucchelli che ne ragiona a lungo. a Pi riferisce ancora gli elogi che molti ne han fatto, e annovera le opere che se ne hanno alle stampe; alle quali deesi aggiugnere una lettera a Sperone Speroni ivi, t. 5, p. 327), in cui è inserito un poco onesto epigramma, che per onor di amendue meglio era il sopprimere. Nel Dialogo di Amore dello Speroni si accenna ancora un’orazion del Broccardo in lode delle Cortigiane (t. 1, p. 26), la quale non ha veduta la luce. IV. Di Francesco Maria Molza, le cui Rime furono allora unite a quelle del Broccardo, ha scritta sì esattamente la Vita il ch. sig. abate Sci assi, premettendola alla bella edizione delle Opere del Molza fatta in Bergamo nel 1747 t che appena si può sperare di far nuove scoperte, se non in qualche cosa di non molta importanza, se cosa alcuna v’è di non molta importanza, ove si tratta di’uomini grandi (a). (ri) Del Molza veggasi ancora la Biblioteca modenese (t. 3, p. 230. ec.i l. (>. p. i<!o) ove alcune circostanze intorno alla vita di esso si sono osservate, sfuggite alla diligenza del eli. abate Sciassi.