Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 3, Classici italiani, 1824, XII.djvu/504

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if>56 Liuno scritta dal cardinale al duca Pier Luigi suo padre, ai cui servigi trovavasi allora il Caro la qual conservasi nell archivio di Guastalla * Prego V. E. che si contenti, che M. Annibale Caro riveda la Poesia del quondam Molza nostro, la quale le sarà data da M. Camillo suo figlio presente esibito re, acciocché come prima sia revista si possa stampare insieme con li scritti latini, che già sono a ordine; cosa ch io certo desidero molto per ogni rispetto, et perciò mando il detto M. Camillo, il quale V. E. si degnarà di havere per raccomandato, come homo di mio servizio, così in questa presente occorrenza, come in qualunque altra li potesse accadere, mentre starà in coteste parti, dove havesse bisogno del favore dell' E. V., alla quale non occorrendo altro mi raccomando in sua buona grazia. Di Roma 20 di Giugno 1547 Ma questa edizion progettata non ebbe effetto) e benchè molte cose

  • del Molza avesser veduta separatamente la luce, tutte insieme però non furono pubblicate

che nell accennata edizione di Bergamo, a cui più altre cose inedite si sono aggiunte, oltre le Poesie di Tarquinia Molza, di cui diremo più sotto. E veramente era il Molza degno di questo onore, poichè egli è uno de più colti rimatori di questo secolo, e all eleganza dello stile unisce la nobiltà de’ pensieri e la vivezza delle immagini. Egli è ugualmente felice e nelle poesie serie e nelle scherzevoli, nelle amorose e nelle morali, e in qualunque altro genere gli piaccia d esercitarsi, e ne sono in pregio singolarmente le Stanze sul ritratto di Giulia