Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 3, Classici italiani, 1824, XII.djvu/516

Da Wikisource.

1668 Libro colle cose Latine. Egli si trasferì poi a Roma; ed ivi è probabile che divolgasse i suoi Comenti latini sulla Priapea, perciocchè l’ Ammirato ne’ suoi Ritratti racconta (Opusc. t. 2, p. 249 ec) che avendo egli ivi fatti stampar que’ Comenti a' tempi di Paolo IV, gli esemplari ne furon tosto soppressi e gittati al fuoco; che la protezione di un gran personaggio, e più ancora la morte del detto pontefice poco appresso accaduta, salvollo dal grave gastigo da lui meritato; che a tempi di Pio IV continuò il Franco a sfogare la sua maldicenza, singolarmente contro il pontefice predecessore, e che ciò non ostante non fu punito pe riguardi che il papa avea pel Cardinal Morone protettore del Franco (nel che però parmi difficile a credere che un uom sì zelante, com era quel cardinale, prendesse a proteggere un uom sì empio, qual era il Franco), e che finalmente il pontefice S. Pio V (contro di lui ancora esercitò il Franco il satirico suo talento con un epigramma latino che dal Menagio (Origini della Lingua ital. p. 139) si riferisce), parendogli che con un esempio di giusto rigore si dovesse por freno a cotali empietà, fece pubblicamente appiccarlo nel 1569. Nel genere della morte del Franco tutti convengono gli antichi e i moderni scrittori, benchè alcuni l’abbiano anticipata di troppo, fissandola al 1554, ed altri a’tempi di Paolo IV. Il Toscano aggiugne che alcuni anni prima egli si era fatto ordinar sacerdote. E alcune altre circostanze intorno alla morte del Franco si posson vedere presso il Nicodemo (Addiz, alla