Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 3, Classici italiani, 1824, XII.djvu/537

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TERZO 1 G8(J vescovo Rossi a D. Ferrante Gonzaga, scritte jjcl i55o e nel 1551, si ha ancor quella de’ 4 (di ottobre del 1551, in cui gli manda copia della sentenza in suo favor pronunciata; e aggiugne in essa, che gli era stata data speranza che Carlo V fosse per proporlo al pontefice nella nomina de cardinali. Ciò però non ebbe ell’ctto, e solo ei fu rimesso interamente nel primiero suo stato, e fu anche fatto governatore di Roma. Ritirossi poscia a Firenze, e nel 1560 rinunciò il suo vescovado a Ippolito suo nipote; e fissato il suo soggiorno in Prato, ivi chiuse i suoi giorni nell’aprile del 1564 Il Ghilini gli attribuisce le seguenti opere, niuna delle quali, ch’ io sappia, ha veduta la luce: Le L ite di molti huomini illustri...; Degli usi antichi e moderni; Cento dubbii dalla Theologia cavati, ec. Aggiugne poscia un Poema, che essendo in tutte le parti bellissimo, non cede a qualunque altro famoso Poeta in simil genere, e fu stampato. Ma a me non è avvenuto di ritrovare chi parli di tal poema, o ce ne indichi qualche edizione; solo ne abbiamo, come ho detto, le Rime, nelle quali si scorge molta eleganza e dolcezza, ma non sempre uguale, forse per colpa delle sventure a cui l autor fu soggetto. XI. Di Diomede Borghesi sanese, di cui oltre più altre opere abbiam molte Rime, le quali però furon poscia da lui riprovate, come cose che troppo sapevano di giovanile impazienza, ci ha date copiose notizie il conte. Mazzucchelli (Scritt. ital t. 2, par. 3, p. 1721, ec.), al Tirabosciu, Voi. XII. 34