Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 3, Classici italiani, 1824, XII.djvu/536

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i683 LIBRO qualche Raccolta, che poi insiem con più altre inedite han veduta la luce in Bologna nell' anno 1711. A questa edizione si è anche premessa la Vita del loro autore, di cui un breve elogio ci ha dato anche il Ghilini (Teatro d Uomini letter. t. 1, p. 210). La nobiltà della famiglia ond’era uscito, e i pregi suoi personali gli ottennero dai' pontefici Leon X e (Clemente VII la badia di Chiaravalle sul Piacentino, e la dignità di chierico della Camera apostolica, e poscia il vescovado di Pavia nel 1530. Ma a’ tempi di Paolo III, accusato di essere stato l autore dell uccisione del conte Alessandro Langosco, e di altri reali, si vide spogliato di tutte le sue dignità, e chiuso per quattro anni in Castel S. Angelo *, e abbiamo una lettera scritta dal Cardinal Bembo, che gli era amicissimo, nel settembre del 1539 al Cardinal Alessandro Farnese, in cui il prega a ottenergli la libertà dal pontefice (Op. t. 3, p. 31). Ma non pare che’egli allora ottenesse ciò che chiedeva. Fu poi il Rossi tratto di carcere, e rilegato per tre anni in Città di Castello, dopo il qual tempo, spogliato di tutte le sue dignità, potè bensì andarsene altrove, ma non gli fu permesso di soggiornare nè nello Stato ecclesiastico, nè in quello di Parma, nè potè mai ottenere di essere dichiarato innocente, finchè a Paolo III non succedette Giulio III, per cui ordine, soggettata alla revisione la causa del Rossi, fu annullato il processo contro di lui formato, e dichiarata nulla ed invalida la condanna già fattane. Nel segreto archivio di Gì laslalla, insieme con altre lettere del