Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 3, Classici italiani, 1824, XII.djvu/535

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» TERZO 1687 clic andavasi miseramente perdendo in Italia. Il Canzoniere di Simone Contarini, che visse al tempo medesimo, conservasi ms. nella libreria Farsetti (Bibl. ms. Farsetti, p. 321). A questi patrizii veneti io aggiugnerò qui un nobile di Feltre, cioè Cornelio Castaldi, nato circa il 1480 e morto nel 1536, poeta non rammentato dal Quadrio, perchè le Poesie di esso non uscirono in luce che nel 1757, insiem colla Vita del medesimo, scritta dall eruditissimo patrizio veneto il sig. Balì Tommaso Giuseppe Farsetti. Egli volle, come vedremo fatto ancor da più altri, seguire una via diversa da quella battuta già dal Petrarca. Ma le Poesie del Castaldi, benchè abbiano ingegnosi e nobili sentimenti, sarebber più degne di lode, se vi fosse unita maggior eleganza di stile e maggior dolcezza. Miglior forse che le italiane, sono le poesie latine del medesimo autore, perciocchè in esse egli si è studiato di’imitare i più colti antichi scrittori. X. Io mi sono scostato alquanto dall’ ordine tenuto dal Quadrio, cui seguo comunemente, affin di riunire in un sol punto di veduta tutti i suddetti patrizii veneti che gran nome ottennero nella poesia italiana. Or ad esso tornando, abbiam tra' più colti poeti Giangirolamo de’ Rossi parmigiano, vescovo di Pavia (a), di cui aveansi alcune poche Rime sparse in (a) La Vita di questo illustre prelato è stata scritta coir usala sua esattezza dal eh. padre Ireneo Allo M. O. bibliotecario di S. A. K. l’Infante «luca di Parma, e stampato nella stessa città P anno 178:».