Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 3, Classici italiani, 1824, XII.djvu/542

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1G9+ LIBRO benché esercitasse il suo talento più nel prescriver le leggi alla poesia che nel coltivarla, dee nondimeno aver qui luogo per non dividerlo dal suo avversario. E io posso farlo agevolmente, poichè già ne ha scritta la Vita l'eruditissimo Muratori, che l’ ha premessa alle Opere critiche del medesimo Castelvetro da lui pubblicate nel 1727. Essa è stata da alcuni tacciata come scritta con soverchio impegno in difesa del Castelvetro, e contro la memoria del Caro. Quindi io sforzerommi di ragionarne in modo che, lenendomi lontano da ogni spirito di partito, niuna cosa asserisca che non sia appoggiata ad autorevoli documenti, e le cose dubbiose non vengano e confondersi colle certe (a). XII. Da Jacopo Castelvetro di antica c nohil famiglia, e da Bartolommea della Porta nacque in Modena il celebre Lodovico nel i5o5. Le università di Bologna, di Ferrara, di Padova e di Siena lo ebbero successivamente tra1 loro allievi, e ammirarono i lieti progressi che iti ogni sorta di lettere egli andava facendo. Nrlf ultima di queste università, per secondare i desiderii del padre, prese la laurea legale, e trasferitosi poscia a Roma presso Giovanni Maria (a) Del Castelvetro si è parlato più lungamente e più esattamente nella Biblioteca modenese, ove si è esaminato se veramente ei si lasciasse sedurre da’ novatori; e delle opere di esso sì stampate che inedite si son date più ampie notizie (t. 1, p. 434). Ivi ancora si son pubblicate quelle Memorie finora inedite, ma vedute anche dal Muratori, che sulla vita di Lodovico avea stese un altro Lodovico di lui nipote (t. 6. p. 60, ec.).