Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 3, Classici italiani, 1824, XII.djvu/543

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TERZO | 161)3 | della Porta suo zio materno e ambasciadorc j del duca d Urbino, avrebbe potuto ottener faI cilmente il vescovado di Gubbio, se gli fosse piaciuto di seguir la via degli onori ecclesiastici. Ma n era il Castelvetro sì schivo, che, per sottrarsene, partì segretamente da Roma, e fè ritorno a Siena, ove tutto si volse agli studi dell’amena letteratura, a quali era singolarmente inclinato; e fu anche ascritto alla celebre accademia degl Intronati. Tornato in patria, dovette per qualche tempo interrompere i suoi studi per l infelice stato di sanità a cui trovossi condotto. Ristabilito finalmente in salute, li ripigliò con impegno sempre maggiore, e giovò ancora non poco a promuover l’amore delle lettere ne suoi concittadini, col concorrer ch'ei fece a chiamare a Modena Francesco Porto lettor di greco, e col frequentar l’Accademia in quel tempo medesimo eretta, di che si è altrove parlato. Queste notizie intorno ai primi anni della vita del Castelvetro. il Muratori non dice a quai fondamenti sieno appoggiate; il che mi fa credere che altra autorità non abbia egli seguita, fuorchè quella del Vedriani che racconta le stesse cose Dott. moden. p. 167, ec.), il quale benchè non sia scrittor sempre esatto e sicuro, ci giova il credere nondimeno che non le abbia asserite senza bastevoli fondamenti.. Delle vicende a cui fu soggetta la modenese Accademia, e della parte che in esse ebbe il Castelvetro. il qual fu uno di coloro che nel 1542 sottoscrissero il Formolario di Fede ordinato dal Cardinal Contari ni, si è detto a suo luogo (l. 1, c. 4)• Alcuni