Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 3, Classici italiani, 1824, XII.djvu/575

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TERZO I727 oltre ciò clic ne ha il Quadrio (¿.2, p. a5o), più copiose notizie si leggono nelle Poesie e Memorie di Donne Letterate che fiorirono negli Stati del Re di Sardegna, del signor Antonio Ranza, pubblicate in Vercelli nel 1769, ove insieme con alcune lor Poesie, altre ancor se ne leggono di Anna Ottavia degli Scaravelli, di madama Fiorenza G. piemontese, di Maddalena Pallavicina de marchesi di Ceva, e di Livia Torniella Borromea novarese. Laura Batti ferra degli Ammanati, figlia naturale, e poi legittimata, di Giannantonio Battiferri da Urbino, ino*1 glie del celebre scultore e architetto Bartolommeo degli Ammanati fiorentino, e morta nel 1589, fu ella pure assai valorosa poetessa, e secondando la rara pietà di cui era adorna, esercitossi principalmente in argomenti sacri. Di lei parla il conte. Mazzucchelli (Scritt. it. t. 2, par. 1, p. 549, ec.), e rammenta gli elogi con cui ne ragionano il Caro, il Varchi e più altri. A quali un altro ancor più magnifico si può aggi tignare, che di essa fa Pier Vettori in una sua lettera a Mario Colonna, in cui narrando che alforazion funebre detta da Lionardo Salviati nell esequie del Varchi era. intervenuta ancor Laura: Cum enim, dice (Epist l. 6, p. 133), non debuit femina illa locum eum visere, in quo virtus industriaque poetarum celebraretur? quae studio illo infiammata est, et quam praecipue Musae diligunt, ac saepe le pi di un venustumque carmen scribentem adjuvant? E segue dicendo gran lodi di Laura, e fra le altre cose afferma che com ella non è inferiore nell’arte e nell’eleganza del verseggiare all antica Saffo, cosi di