Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 3, Classici italiani, 1824, XII.djvu/597

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TEIIZO *749 come ci mostra la poc' anzi citala dedicatoria del suo Rimario. Ma penso che poco appresso ciò accadesse; e certamente nel 1534 ei n era già assente, come ci pruova un’ altra lettera del Calcagnini (l. c p. 181). Anzi fin dal 1533, perciocchè in quest’anno ei diè in luce in Venezia alcune Poesie latine con un Sonetto italiano in lode singolarmente di Catarina Piovena, che son quelle probabilmente molto lodate dal Bembo in una sua lettera al Morato (Epist famil. l. 6, ep. 49), opuscolo rarissimo, di cui parla lo Schelhornio (Amoen. eccl. t. 2 p. 647), il quale aggiugne che da esso raccogliesi che il Morato era allora in Vicenza. Anche le Lettere del Calcagnini ci mostrano che nella detta città fissò il Morato la sua dimora (l. c. p. 157, 173, 188, ec.). Prima però che in Vicenza, par che il Morato fosse in Venezia; perciocchè veggiamo che il Calcagnini raccomandollo a Battista Egnazio con sua lettera, in cui sommamente n esalta la’erudizione e lo studio (ib. p. 189). E in Venezia appunto al suo nome di Pellegrino aggiunse quello di Fulvio, sulla qual cosa scherza con lui in altra sua lettera il Calcagnini (ib. p. 188). Fu ancora per qualche tempo, ma non sappiam quando, professore in Cesena di belle lettere (ib. p. 104)• Finalmente adoperossi il Calcagnini con tanto im-* pegno a favor del Morato, che questi potè tornare a Ferrara, ove pare ch’ei si restituisse verso il marzo del 1539 (ib. p. 198). Il Gerdesio da una lettera di Olimpia raccoglie ch’ei vivesse fino al 1548; e certo egli era già morto, quando il Giraldi in quell’ anno medesimo