Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 3, Classici italiani, 1824, XII.djvu/614

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l'jGG LIBRO Maggio c l’accademia del Ponlano furono le sorgenti alle quali attinse il Sannazzaro la singolar cognizione ch’ebbe nella lingua greca e latina; e dall’esempio degli altri accademici fu indotto a cambiar il suo nome di Jacopo in quello d’Azzio Sincero. L’ amore di cui egli si accese per Carmosina Bonifacia, gliela fece trascegliere a soggetto delle sue rime, nelle quali presto ei superò di molto i rimatori della sua età. Ma le sue poesie facendo sempre più vivo il fuoco di cui ardeva, risolvette egli di abbandonare non sol Napoli, ma l’Italia, e andossene in Francia. Questa lontananza però e dalla patria e dall’ amato oggetto gli riusciva sì grave e penosa, che tra non molto fece ritorno alla patria, ove trovò morta in età ancor tenera la sua Carmosina. Frattanto il valore del Sannazzaro nella latina e nella volgar poesia l avean fatto conoscere al re Ferdinando I, e a’ principi di lui figliuoli Alfonso e Federigo, da’quali ammesso tra lor fa mi glia ri, seguilli ancora più volte nelle spedizioni di guerra. Nelle Sannazzaro era Etiope di nascita; die ancor giovane fu fatto schiavo; c venduto a un signore napoletano nominato Sannazzaro, il quale postolo in libertà, gli donò il suo cognome. IVè si creda che di questo si raro aneddoto non si rechi da M. Duehat mi’autorevole testimonianza. Ei nc cita in pruova uno scrittore contemporaneo e amico del Sannazzaro, cioè Alessandro di Messandro. Or clic narra questo scrittore? Chi sa di latino un pò* più di quello che saperne dovea M. Duehat, vedrà che egli (Geneal. Dier. I. 2, c. 1) non dice altro, se non clic il Sannazzaro j>o ta uvea uno schiavo a cui egli, rapito dall'indole c «lai talento che in lui scorse, diede colla libertà il suo cognome.