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Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 3, Classici italiani, 1824, XII.djvu/653

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TERZO iSo5 degli Agostini e ad Erasmo di Valvasone, benché ninno di essi potesse condurre a fine il suo lavoro; così Luigi Alamanni da essi trasse il Giron Cortese nominato poc anzi; e così più altri romanzi di somigliante argomento, altri in prosa, altri in verso, ma per lo più poco degni d’esser rammentati, innondarono di quel tempo l'Italia. Altri presero ad argomento de lor poemi le antiche favolose origini de Galli, e le sognate imprese de’ primi lor fondatori. Noi lasciandone in disparte non pochi, de’ quali senza suo danno avrebbe potuto rimaner privo il Parnaso italiano, direm solamente di due poemi, che a questo luogo appartengono, di Bernardo Tasso; e del celebre loro autore ristringeremo in breve l’esatte notizie che ce ne han date prima il sig. Anton Federigo Seghezzi innanzi alla nuova edizione delle Lettere famigliari di esso fatta in Padova nel i;33, poscia il sig. abate Pierantonio Sera ssi innanzi alle Rime del medesimo stampate in Bergamo nel 1749 i quali due eruditi scrittori se si troveranno talvolta tra lor discordi, noi seguiremo quella opinione che ci sembrerà appoggiata a miglior fondamento. Ed essi sono principalmente discordi nel diffinir di qual patria fosse Bernardo. Perciocchè il Seghezzi, contro la comune opinione, il fa veneziano, e ne reca in pruova prima la madre di Tasso, che, secondo il Manso, fu della veneta famiglia Cornaro, poi alcuni passi dello stesso Bernardo, ne’ quali sembra ch’ei dica di esser nato in Venezia. A questi argomenti ha risposto il Serassi col suo Parere intorno alla patria di Bernardo c di