Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 3, Classici italiani, 1824, XII.djvu/671

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terzo i8a3 cui clalT imperadore ei fosse dichiarato poeta laureato, col qual titolo infatti lo veggiam nominato in alcuni documenti, de’ quali ora diremo. E ancorchè avesse ei veramente ricevuto l’onore della corona, era questo allora decaduto tanto di pregio, che non era cosa a vantarsene molto. Perciocchè veggiamo che fra privilegi accordati ad alcuni illustri personaggi, era talvolta ancor quello di coronar i poeti. Così in un privilegio dall imperador Massimiliano I conceduto a’ 3 di agosto del 1501 a Urbano Serralonga cittadino d'Alba, e consigliero suo e del marchese di Monferrato (del qual monumento mi ha trasmessa copia il ch. signor baron Vernazza) tra le altre cose gli accorda ancora, ut fac ere, creare, et instituere possit Poetas laureatos ac quoscumque, qui in libcralibus arti bus, ac maxime in carminibus, adeo profecerint, ut promoveri ad poeticam et laureatum merito possint Dal che può ognuno comprendere facilmente quanto venisse a rendersi volgare un tal onore, di cui perciò non è più a far conto. Ma torniamo all’Ariosto. Dell’indole e de’ costumi dell’Ariosto parlano a lungo i due suddetti scrittori) e io, lasciando che ognun ne vegga presso di essi la descrizione, accennerò solo la nuova scoperta fatta dal soprallodato dott Frizzi, e da lui comunicata al dott Barotti sugli ultimi giorni della vita di esso, e inserita perciò nella prefazione al mentovato primo tomo delle Memorie; cioè che rAriosto ebbe veramente moglie, benchè solo negli ultimi anni, e ch’essa fu Alessandra figlia di Francesco Benucci fiorentino, e moglie prima