Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 3, Classici italiani, 1824, XII.djvu/707

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TFKZf) 1 8r>(J meno l’ingegno e il talento del loro autore. Le Rime del Tasso per la gravità de’ sentimenti, per la nobiltà dello stile e per tutti gli altri pregi che a tali componimenti richiedonsi, sono tra le migliori che vantar possa l’italiana poesia; la quale ben si può dire che dopo la morte di esso cominciasse a decadere rovinosamente pel pessimo gusto che s'introdusse (a). Niuna cosa però rendette sì celebre insieme e sì infelice il Tasso, quanto la sua Gerusalemme liberata. L’Italia liberata del Tri ssi no, \ Avarchìde delFAlamanni, il Costante del Bolognetti erano stati accolti con plauso, e appena vi era stato chi avesse avuto coraggio di volger contro di essi la critica. Ma appena uscì alla luce il poema del Tasso, quanto più illustre fu il trionfo ch esso riportò sugli altri poemi epici, tanto maggior fu l’invidia che contro l’autor di esso desi ossi. Un Dialogo sull’epica Poesia intitolato il! Carrafa, pubblicato nel 1584 da Cammillo Pellegrini, nel qual parve antiporre la Gerusalemme del Tasso al Furioso dell’Ariosto, fu il segnal della guerra; e gli Accademici della Crusca mal soddisfatti di certe espressioni usate dal Tasso nel suo Dialogo del Piacere onesto furono i primi ad uscire in campo colla Difesa dell Orlando furioso, che fu creduta opera di Lionardo Salviati, a cui però non fa molto onore. Divenne allora generale la mischia, e molti de' più chiari ingegni italiani si azzuffaron tra loro, altri a favore, altri contro del Tasso. Il (a) Molte Poesie finora inedite del Tasso sono »tate recentemente pubblicate in Koma l'anno 1789.