Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 3, Classici italiani, 1824, XII.djvu/739

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Trnzn 1891 nobili amputine di quella città per suoi genitori, e da essi nacque a’ 7 di settembre dell' an 1541 - Nell* ottavo giorno della sua nascita, com’ egli stesso racconta (Orazioni, T^enezia, 1586(p, 1), perdette affatto la vista, che solo pareva risentirsi alcun poco a una vivissima luce. Fu nondimeno applicato agli studi, ed ebbe a maestri Scipione Gesualdo de’ Belligni napoletano, e un Celio Calcagnini diverso dal celebre ferrarese che morì nell’ anno medesimo in cui nacque Luigi. Ma sembra ch' ei non fosse troppo felice ne' suoi maestri; perciocchè in una sua orazione, accennando le difficoltà che gli si opponevano, dice (ivi, p. 135): La seconda era la mia imperfezione, non havendo io mai potuto per me stesso operare privo della scorta degli occhii, nè altri havendo mai saputo insegnarmi; anzi quando io era consegnato alla disciplina d alcuno, egli mi diceva, che, prima che m insegnasse, io gli insegnassi ad insegnarmi. E quindi avvenne probabilmente che non avendo egli buone guide pel sentier delle lettere, e seguendo solo il suo ingegno, si desse a quello stile troppo ingegnoso e fiorito, che si vede nelle sue opere. Frattanto i saggi di raro e straordinario talento che dava Luigi ancor giovinetto, e che dalla sua cecità rendevansi ancor più ammirabili, fecero che fanno ¡556, in età di soli quattordici anni, due volte fosse destinato a perorare pubblicamente in solenni occasioni in Venezia, prima nella venuta a quella città di Bona regina di Polonia, poscia nella creazione del doge Lorenzo Priuli. Nell esordio di questa