Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 3, Classici italiani, 1824, XII.djvu/797

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TERZO f9Í9 pioslrossi quel magnanimo principe pago dell opera dello Scamozzi, perciocchè, oltre all’averlo liberalmente pagato, gli fece anche il presente d’una collana d’oro. Così la magnificenza de’ principi giovò non poco a’ progressi della teatral poesia, non solo coll animare i poeti a render al teatro italiano l’antico onore, ma ancora col risvegliare il genio di architetti e di pittori valorosissimi, de quali ebbe questo secolo sì gran copia, ad aggiugnere colla vaghezza delle scene e coll artificio delle macchine nuovo e maggior ornamento al teatro medesimo. Nè ad esso mancarono per renderlo ancor più perfetto attori eccellenti, pel cui valore le azioni teatrali non solo nulla perdessero innanzi agli occhi degli spettatori del lor merito, ma sembrassero acquistarlo maggiore. E ne abbiamo veduto il saggio in ciò che si è narrato delle tragedie di Giambattista Giraldi, e de’ maravigliosi effetti ch'esse produsser negli animi di que che vi eran presenti. Nè tutto ciò parve ancor che bastasse a condurre il teatro a quella perfezion che bramavasi; e all ingegno de poeti, alla magnificenza de’ principi, alla vaghezza degli ornamenti, al valore degli attori si aggiunse la istruzione di alcune accademie, che dovessero adoperarsi principali nenie per far rifiorire sempre più felicemente la poesia teatrale. Tre ne annovera il Quadrio (t. 1, p. 71 t 7, p. 10), fondate circa la metà del secolo in Firenze, cioè quelle degl’Infocati, degl Immobili, de’ Sorgenti, destinate principalmente a promuovere le rappresentazioni teatrali,