Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 4, Classici italiani, 1824, XIII.djvu/139

Da Wikisource.

TERZO 2101 Niccolo Bendidio , a nome di D. Cesare Gonzaga signor di Guastalla , il richiese perchè volesse prender la cura d’istruir nelle lettere D. Ferrante di lui figliuolo, e ch’egli con sua lettera, scritta da Rimini a’ 15 di marzo del detto anno, il cui originale conservasi nel segreto archivio di Guastalla, donde io ne ho avuta copia, se ne scusò. Havendo quietato l’animo mio, scrive egli, et essendomi dato a servire il Signore Iddio in questa Chiesa, ove anche m’avanza tempo d’attendere alli miei studi’ , non mi torna comodo per molti rispetti il voler rompere questa mia deliberazione, onde mi confermo ogni giorno più a starmene in questa quieta vocazione, insintanto che piacerà al S. Dio mandarmi altri pensieri, il che l estate passata risposi anche al S. Claudio Gonzaga et ad alcuni amici, che mi ricercarono d’andare alli ser\>izi dell Illustrissimo S. Priore di Barletta con provisione honesta, et soddisfazione di quel Signore, ec. Copioso argomento di ragionare ci potrebbe ancor porgere Marcantonio Bonciario, nato nel 1555 in Antria, sei miglia lontan da Perugia, se molti altri scrittóri , c singolarmente il co. Mazzucchelli, non ne avessero già ragionato sì stesamente (Scritt. ital. t. 2, par. 3, p. 1571), che rendessero inutile il dirne di nuovo. Non v’ebbe mai forse uomo che tanto avesse a combattere contro la natura e contro la fortuna per applicarsi agli studj. Figlio di un calzolaio , e allevato fra i disagi della povertà , malconcio co’ troppo severi gastighi da un villano pedante, in modo che fu a pericolo di perder la sanità, indi in età di soli